IL PROGRAMMA 2020

direzione artistica Elena Di Gioia

Spazio al Teatro con Enel

Quale è la direzione della corrente? Da un polo all’altro.
Come un dialogo ha bisogno di due poli per accendersi e attivarsi.
Una tensione che necessita dell’altro per completarsi,
nella forza di una relazione.

Il Festival Luci della città è come un frammento, di luci e ombre, sull’umano.

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Un alfabeto possibile, aperto e polifonico, per svelare, attraverso la visione di Marco Baliani, Giuliana Musso, Stefano Randisi e Enzo Vetrano, Paolo Nori, quel fiume tempestoso che scorre lungo l’asse della relazione tra i “poli opposti”.

Debutti e spettacoli originali che valorizzano il senso positivo dei “poli opposti”, come alcune polarità che scandiscono la vita, il comico e il tragico, l’unione e la separazione, il sogno e la realtà, i ‘matti’ e i ‘normali’, maschile e femminile…

Come ‘parole elettriche’ di una tensione che non può vivere in solitudine, ma che necessita dell’altro opposto.

Lungo questo cardine, si incastonano le visioni degli artisti che hanno accolto l’invito a comporre una narrazione che come un pendolo rintoccherà sui “poli”, come pennellate di inchiostro, a volte inquieto, a volte sorridente, sull’umanità, su ciò che siamo e su come navighiamo tra una riva e l’altra.

Marco Baliani con Opposti flussi ci condurrà nel viaggio tra flussi e riflussi, da ciò che separa e ciò che unisce. Un senso antico e futuro che passa attraverso il presente e che concentra nella maestria di Marco Baliani, la forza del ritrovarsi nelle storie e nel teatro.

Ci faremo poi trasportare dalle interpretazioni di Giuliana Musso, straordinaria interprete, in scena con Gianluigi Igi Meggiorin, in Per ogni genere. Femmine, maschi e bestie nel teatro di Giuliana Musso. Dentro e fuori i personaggi del suo teatro, in una alternanza di ruoli e sguardi, tra maschile e femminile, per un affondo importante sulla contemporaneità.

Sul rapporto tra realtà e surrealtà, immersi nell’onirico, nella poesia, il grande duo Randisi e Vetrano, con la partecipazione di Lorenzo Donati in Due stupidi sublimi (on air), ci regala l’incanto di una lente nuova con cui osservare i nostri passi fragili, e ci permette di ampliare le visioni del mondo, come un caleidoscopio comico e irresistibile dove tutto è possibile.

Paolo Nori, con l’ironia e la profondità con cui intinge la sua scrittura, chiude il Festival Luci della città con Cosa sei, matto? Repertori dei matti e dei normali in 14 città italiane e una straniera. Spettacolo originale che attinge a uno straordinario corpus di storie e ritratti. Figure sghembe, ironie e crudeltà nel tratteggiare il ritratto variopinto di una comunità a partire dal ribaltamento tra i cosiddetti normali e matti.

Luci della città sarà un viaggio nel teatro e in quelle tracce e trame d’umano, che nelle pieghe nascoste o lucenti, possiamo, grazie agli artisti, intravedere.


Mercoledì 9 Settembre 2020 ore 21

Casa degli Alfieri

OPPOSTI FLUSSI

di e con Marco Baliani

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Sì, ci sarà anche il mare dentro le tante “opposizioni” che guidano questo percorso narrativo. Il mare che con i suoi flussi separa o unisce, che rifiuta o che accoglie, sempre irrequieto, come noi umani che ci dibattiamo tra opposte visioni e opposti sentimenti.
Racconterò di come la scrittura si oppone alla voce che narra, andando molto indietro nel tempo quando qualcuno cominciò a incidere su tavolette d’argilla strani segni che potevano essere interpretati solo sapendoli “leggere”.
Da lì, sempre attraversando racconti, viaggerò tra le opposte sponde della realtà e della immaginazione, scoprendo che le distanze non sono poi così grandi,a volte un sogno può diventare realtà o viceversa, e la stessa realtà non è mai così definita una volta per tutte. E lo stesso viaggiare si opporrà a quelli che invece restano fermi, nomadismo contro stanzialità.
Ci sarà poi un misterioso biglietto a mettere in crisi la parola identità, opponendo lo sguardo degli “altri” alla pretesa sicurezza del nostro io.

Infine dopo aver attraversato mari diversi, antichi e contemporanei, ci troveremo faccia a faccia con l’ultima opposizione, quella tra noi umani e la natura, e sarà una storia africana a raccontarcela.
Ogni coppia di opposizioni sarà dunque veicolata da un racconto, e altri si interporranno a far perdere tracce o a farle ritrovare.

Seguendo il pensiero del filosofo Ernst Bloch, mi proverò a “pensare anche affabulando”. Partendo da storie popolari, miti, fiabe, leggende, la parola narrata compie continue digressioni e tocca altre narrazioni senza mai rinchiudersi dentro un percorso definito, ma seguendo gli stimoli e le visioni che i racconti produrranno, i flussi e riflussi delle tante maree di questo spettacolo. Nell’alto e basso del mare e dei suoi irati flutti o placide onde, navigherò su fragili imbarcazioni fatte di racconti, sempre in procinto di scontrarsi con le opposte scogliere di turno. A volte sarà la forma del dire che si opporrà al contenuto della cosa detta, a volte sarà il corpo a non accettare quelle parole, a volte ancora gli opposti si incontreranno in quei punti dello spazio tempo dove potranno collidere ed esplodere.

A guidare dall’alto il mio sguardo sarà il dio degli opposti, quel fanciullo armato di arco che semina al contempo passione e distruzione, desiderio e ripulsa, l’alato Eros che continua da millenni a insidiare le nostre anime mortali.

Marco Baliani

Spettacolo tramesso in diretta su neuradio.it


Giovedì 10 Settembre 2020 ore 21

La Corte Ospitale

PER OGNI GENERE

Femmine, maschi e bestie nel teatro di Giuliana Musso

di e con Giuliana Musso

con la partecipazione di Gianluigi Igi Meggiorin

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Riappaiono in scena, per un’unica serata speciale, alcuni dei personaggi creati da Giuliana Musso nel corso degli ultimi vent’anni: un piccolo popolo di donne e di uomini estratti dal corpus del suo repertorio (Nati in casa, Sexmachine, Tanti saluti, La Fabbrica dei Preti, Mio Eroe, La scimmia) ed incarnati tutti dalla stessa attrice-performer.

Personaggi che sono “anime per ogni genere vivente”, colte nell’essenza del carattere attraverso la sintesi del teatro ma anche svincolate dallo stereotipo di genere grazie alla poesia dei sentimenti. Un racconto che confessa il rapporto creativo e liberante tra teatro e vita, tra l’essere donna e “recitar da uomo”… tra il femminile ed il maschile che sono dentro di noi.

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Venerdì 11 Settembre 2020 ore 21

Le tre corde

DUE STUPIDI SUBLIMI (on air)

drammaturgia, interpretazione e regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi

con la partecipazione di Lorenzo Donati in veste di conduttore radiofonico

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In una emittente radiofonica i noti attori teatrali Vetrano e Randisi sono ospiti di una trasmissione in diretta e tra dediche, musiche e messaggi inviati dagli ascoltatori, sciorinano i loro dialoghi, scritti premendo fino in fondo il pedale del nonsense. Sketch radiofonici che diventano teatro, davanti agli occhi degli spettatori invitati come pubblico negli studi della radio in cui un simpatico conduttore presenta e raccorda le scene.

I dialoghi di questi due STUPIDI SUBLIMI costituiscono un viaggio surreale che, da un’isola così deserta da rivelarsi infine mancante perfino di se stessa, conduce a un’architettura di deliziose, necessarie assurdità. Non appena i due si riconoscono e cercano di stabilire un rapporto le loro discussioni e i loro litigi si addentrano nel labirinto della nostra quotidiana confusione esistenziale, mentre volano sul tutto i gabbiani della poesia: si confrontano nel duello onomatopeico di un’incalzante partita a ping-pong, o si ritrovano, esecutori di un concerto per sole voci, dentro un immaginario armadio a muro, scandagliano la psiche umana partendo dall’avversione per la pioggia, evocano una mitica messinscena di Giorni felici. E così, l’isola che non c’è prende forma e vita, dall’associazione dei pensieri e dei desideri dei due naufraghi, dal loro unico modo possibile di essere vivi.

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Sabato 12 Settembre 2020 ore 21

Paolo Nori

COSA SEI, MATTO?

Repertori dei matti e dei normali in 14 città italiane e una straniera

di e con Paolo Nori

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Secondo Giorgio Manganelli «Un matto è un capolavoro inutile» e in questa lettura si passano in rassegna capolavori inutili di quindici città diverse.

Uno che si chiamava Nino B. stava nel padiglione 16 e quando gli dissero che volevano chiudere il Santa Maria della Pietà, l’ospedale psichiatrico di Roma, prese il direttore sanitario Tommaso L. e gli disse: “non puoi sapere quanto sia difficile per noi entrare fuori”.

Paolo Nori compone, per Luci della Città, uno spettacolo originale partendo dal repertorio dei matti e dei cosiddetti “normali” attingendo a uno straordinario corpus di storie e ritratti.

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